L’Italia si conferma tra i principali protagonisti europei dell’economia circolare della carta. È quanto emerge dal Rapporto Unirima 2025, appena presentato a Roma, che fotografa un comparto solido, capace di superare ampiamente gli obiettivi ambientali fissati dall’Unione Europea, ma alle prese con una crescente pressione burocratica.
Nel 2024 la produzione nazionale di carta da macero si è attestata a 6,8 milioni di tonnellate, in lieve flessione (-0,8%) rispetto all’anno precedente. Un dato che consente comunque al Paese di mantenere il secondo posto in Europa, dietro la Germania e davanti a Spagna e Francia.
Il consumo interno è cresciuto del 3,8%, raggiungendo i 5,2 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni si sono ridotte a 1,9 milioni di tonnellate (-10,6%), confermando tuttavia il ruolo dell’Italia come esportatore netto.

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Sul fronte ambientale, il tasso complessivo di riciclo della carta ha raggiunto l’85,8%, mentre quello relativo agli imballaggi cellulosici si è attestato al 92,52% — valori che superano i target europei fissati al 75% entro il 2025 e all’85% entro il 2030.
La raccolta differenziata di carta e cartone è aumentata del 3,5%, toccando i 3,8 milioni di tonnellate, pari a una media di 65,4 chilogrammi per abitante.
Il quadro economico resta però influenzato dalla volatilità del mercato. Dopo i picchi registrati nel 2024 e nella primavera 2025 — con quotazioni fino a 115 euro a tonnellata per la qualità 1.04.02 —, a settembre i prezzi sono scesi a 50 euro a tonnellata, il minimo dell’anno, con un calo del 28,6% su base annua.
Un capitolo specifico del rapporto è dedicato al peso crescente della burocrazia: oltre il 90% delle imprese del settore segnala un aumento dei costi amministrativi e dei tempi legati alle procedure autorizzative.
«Il nostro settore è da sempre un modello di economia circolare e contribuisce in modo determinante al raggiungimento degli obiettivi ambientali del Paese», ha dichiarato Giuliano Tarallo, presidente di Unirima. «Tuttavia, i costi burocratici rischiano di paralizzare le imprese, sottraendo risorse a investimenti e innovazione. È urgente semplificare le procedure e garantire regole più chiare e stabili».
Con un fatturato complessivo stimato in 4 miliardi di euro, il comparto della carta da macero resta uno dei pilastri storici della green economy italiana, ma la sua crescita — avverte il rapporto — dipenderà sempre più dalla capacità di rendere il contesto normativo efficiente e prevedibile.
