La sostenibilità si conferma un fattore di trasformazione del mercato del lavoro italiano. Secondo il sistema informativo Excelsior di Unioncamere, presentato alla Fiera di Rimini durante il convegno di Ecomondo “Green Jobs, capitale del futuro”, il fabbisogno di lavoratori con competenze green raggiungerà i 4 milioni nel quinquennio 2025-2029. Una quota che rappresenta due terzi della domanda occupazionale prevista nel Paese.
L’analisi distingue tre ambiti principali. Il primo riguarda un’attitudine generale alla sostenibilità, individuata come competenza trasversale richiesta in quasi tutti i settori. Sarà necessaria per circa 2,4 milioni di lavoratori, coinvolgendo il 70% delle professioni tecniche e specializzate e il 64% degli operai e impiegati. Si tratta della capacità di ridurre sprechi e consumi, applicare soluzioni di risparmio energetico e ridurre l’impatto ambientale delle attività quotidiane.
Accanto alla sensibilità ambientale di base, cresce la richiesta di profili con competenze tecniche specifiche legate alla gestione di prodotti e tecnologie green. Circa 1,6 milioni di lavoratori, pari al 43% del totale previsto, dovranno possedere queste specializzazioni. Per 759 mila di loro, il livello richiesto sarà elevato. L’interesse è particolarmente forte in ambiti come efficienza energetica, energie rinnovabili ed economia circolare.
Il terzo asse riguarda la convergenza tra competenze ambientali e digitali. A circa 2,2 milioni di lavoratori (59% del totale) saranno richieste competenze digitali di base. Oltre 910 mila professionisti (25%) dovranno combinare almeno due competenze digitali avanzate, incluse tecnologie come l’analisi dei Big Data e l’intelligenza artificiale, applicate, ad esempio, all’ottimizzazione degli impianti.
Alcune professioni mostrano valori di crescita particolarmente marcati, spesso in collegamento con gli investimenti previsti dal PNRR. Le previsioni indicano un fabbisogno tra 124.000 e 148.000 unità per operai specializzati nelle costruzioni, impegnati nella riqualificazione energetica e nella bioedilizia; tra 105.000 e 114.000 specialisti dell’area gestionale, commerciale e bancaria per finanza verde e gestione della sostenibilità aziendale; tra 59.000 e 72.000 tecnici in campo ingegneristico. Il fabbisogno di ingegneri è stimato tra 51.000 e 59.000 unità, mentre per chimici si parla di 17.600-19.600 nuovi ingressi.
Dal confronto è emersa una criticità centrale: il disallineamento tra domanda delle imprese e offerta formativa. L’attenzione è rivolta alla necessità di colmare questi divari con strumenti adeguati. Alle aziende è stato ricordato che la tecnologia, da sola, non è sufficiente: servono investimenti strutturati in upskilling e reskilling. Al sistema formativo — scuole, ITS e università — viene chiesto un intervento rapido per integrare competenze green e digitali in modo stabile nei programmi. Alle istituzioni è richiesto di facilitare l’incontro tra domanda e offerta e sostenere la formazione continua.
Nel corso dell’incontro, Marco Gisotti, coordinatore di Green Jobs & Skills, ha ricordato che l’obiettivo del progetto è «favorire l’incontro tra domanda e offerta di competenze e lavoro ma anche offrire un’occasione di orientamento». L’iniziativa, promossa da Italian Exhibition Group ed Ecomondo, si inserisce in un più ampio programma dedicato all’innovazione, che comprende anche Start-Up & Scale-Up e il premio Lorenzo Cagnoni.
